Storia della raccolta rifiuti a Torino

La storia della raccolta dei rifiuti si intreccia con quella della Città e con la storia della Società.

Dalle origini agli anni '60

Fino agli anni '40 la raccolta dei rifiuti era gestita da alcune famiglie che si dividevano le zone della città e portavano la spazzatura nelle loro cascine attorno a Torino. Qui selezionavano il materiale che poteva avere qualche valore: metalli, carta, stracci. Nelle stesse cascine si allevavano maiali che probabilmente si cibavano di una parte di tali rifiuti.

La raccolta avveniva nelle case, in genere con ceste riempite nelle cantine dove erano situate le canne di caduta del pattume e portate a spalla fino al carro, prima trainato da un cavallo e poi a motore.

È solo nel 1945 che la Città di Torino si assume la responsabilità esclusiva della raccolta dei rifiuti, della nettezza urbana, dello smaltimento in discarica. Nel 1958 l’Urbiochimica S.p.A. vince un appalto di 15 anni per il servizio Raccolta Rifiuti Solidi Urbani – Raccolta Differenziata (RRSU - RD), trasporto e smaltimento. La sede è in via Germagnano, alle Basse di Stura. È la prima razionalizzazione del servizio, con uno smaltimento differenziato alla cui selezione partecipava anche personale femminile.

Nel 1962, in seguito al fallimento di Urbiochimica, la Città di Torino riscatta gli immobili e le attrezzature, affidando quindi il servizio in via temporanea a SATTI S.p.A. Servizio GRR (Gestione Raccolta Rifiuti), azienda specializzata in trasporti urbani e interurbani, che poteva mettere a disposizione una flotta di autocarri più moderni. Ancorché provvisoria, la gestione di SATTI durerà alcuni anni.

Il 1° gennaio 1969 termina la collaborazione con SATTI e la Città di Torino fonda AMRR, Azienda Municipale Raccolta Rifiuti, a cui viene affidato il servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti della città.

Gli anni '70

Dalla Deliberazione della Giunta municipale in data 22 ottobre 1968 – Costituzione di azienda speciale municipalizzata per il servizio pubblico di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi urbani.

[…] La soluzione che appare oggi la più idonea a tradurre in concreto le finalità della gestione ed a giungere ad una sistemazione definitiva del servizio, è quella della costituzione di un’apposita azienda speciale del Comune. [...]

AMRR riorganizza il lavoro e migliora le condizioni dei dipendenti acquisendo locali in ogni quartiere da destinare a spogliatoi e refezione.

Nel corso degli anni '70, il servizio di nettezza urbana migliora ulteriormente. Viene introdotto l’uso del contenitore da 110 litri trasportato con carretto a due ruote o motocarro a tre ruote. AMRR acquisisce il servizio di igiene del suolo pubblico e, successivamente anche il lavaggio e la disinfezione dei vespasiani e la pulizia del mercato ortofrutticolo all’ingrosso. L’azienda adotta nuovi mezzi di raccolta, lavaggio cassonetti ed espurgo pozzi. Vengono inoltre acquisite nuove spazzatrici, trattori per la pulizia dei mercati, multibenne e autobotti. Anche il servizio di sgombero neve è gestito da AMRR. In seguito allo sviluppo urbanistico della città, compaiono sulle strade nuovi cassonetti e trespoli.

Vengono introdotte nuove regole per i condomini: un’ordinanza comunale obbliga i cittadini a depositare i rifiuti su piano strada in sacchi a perdere o contenitori idonei. I bidoni di metallo vengono sostituiti nuovamente dai sacchi di plastica.

A fine anni '70 l’azienda è interessata da qualche agitazione sindacale. Alcuni giorni di sciopero determinano l’accumulo della spazzatura in strada. L’emergenza viene comunque risolta: Torino ripristina così l’immagine di una città pulita e ordinata.

Nel 1979, a seguito di un piano di 100 nuove assunzioni, a Torino, dopo le prime vigilesse, compaiono ora le prime netturbine.

Gli anni '80

AMRR si riorganizza suddividendo la propria attività in macro-aree cittadine a loro volta composte da 23 nuclei di quartiere.

Con la crescita dell’attenzione verso l’ambiente, a inizio anni ’80 presso l’impianto a interramento controllato (discarica) di via Germagnano vengono installati i primi camini per il recupero del biogas. Viene siglato un accordo tra AMRR, Città di Torino e ambulanti per la pulizia dei mercati, con l’assegnazione di autocompattatori e contenitori appositi.

Il problema della differenziazione dei rifiuti è sempre più sentito. AMRR lancia nelle scuole una campagna per avvicinare le nuove generazioni alla raccolta differenziata. I cittadini iniziano a rispondere alle sollecitazioni di AMRR e dell’amministrazione comunale di separare le principali frazioni merceologiche: carta e cartone, imballaggi in plastica, vetro e lattine, rifiuti organici.

Nel 1994 nasce il primo ecocentro in via Salgari, seguito nel 1998 dal centro di raccolta di corso Brescia. Presso l’ecocentro i cittadini possono portare gratuitamente rifiuti ingombranti, elettrodomestici, oli esausti, materiali da demolizione, batterie esaurite, rifiuti derivanti da giardinaggio domestico.

Gli anni '90

Il 1990 segna la nascita di Amiat - Azienda Multiservizi Igiene Ambientale Torino.

L’impianto di via Germagnano si è sviluppato negli anni grazie alla crescente disponibilità del biogas, e adesso produce energia elettrica a pieno regime.

Viene istituita la figura dell’ispettore ecologico, con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini ad assumere atteggiamenti più responsabili e civili nei confronti delle problematiche ambientali. In questa ottica viene creata la società Publirec per la selezione e il trattamento della plastica.

Nel 1998 a Borgaro Torinese viene aperto l'impianto di compostaggio per trattare il rifiuto organico proveniente dalla raccolta differenziata della città di Torino. Lo stabilimento occupa una superficie di circa 70.000 metri quadri.

I 31 milioni di metri quadri del suolo cittadino sono mantenuti puliti con numerosi servizi: spazzamento manuale e meccanizzato con lavaggio, svuotamento dei 18mila cestini e contenitori, raccolta foglie nei viali e parchi, pulizia giochi bambini, sgombero neve, ecc.

Gli anni '90 segnano una svolta sul piano della comunicazione. Per la prima volta quattro vip torinesi si prestano gratuitamente per una campagna a favore di una città più pulita. Sono Piero Chiambretti, Alba Parietti, Bruno Gambarotta e Gianpaolo Ormezzano. Alba Parietti viene ritratta dal grande fotografo Helmut Newton. Piero Chiambretti si presta simpaticamente per un originale spot la cui location è piazza San Carlo, il salotto di Torino. Il claim è “Spazzini siamo noi”.

Il nuovo secolo

Siamo al nuovo secolo. Amiat, che nel 1997 era diventata Azienda Speciale del Comune di Torino, nel 2000 si trasforma in S.p.A..

Nell’ex area Framtek, tra via Giordano Bruno e corso Bramante, viene costruita una nuova sede dall’architettura moderna e innovativa - dove viene collocata la direzione centrale e, in zona attigua, un deposito dei mezzi di raccolta destinati a operare in centro città e in collina.

Con la nuova organizzazione, l’azienda è sempre più attenta alla comunicazione e relazione con il cittadino. Viene potenziato il Numero Verde, attivo già dal 1994, un call center dedicato a mantenere un contatto diretto con gli utenti del servizio.

Si moltiplicano le campagne di sensibilizzazione verso i cittadini per una città più pulita e per incentivare la raccolta differenziata che cresce anno dopo anno. Vengono sperimentati nuovi sistemi di raccolta rifiuti in linea con le nuove dotazioni tecnologiche dell’azienda. Dal 2003 nel quartiere Mirafiori inizia la raccolta "porta a porta" che ben presto si estende ad altre zone di Torino.

Nel 2006, in occasione delle Olimpiadi invernali, la città di Torino è per alcune settimane al centro dell’attenzione mondiale. L’ottimo lavoro svolto dai dipendenti dell’Amiat offre al mondo l’immagine di una città pulita, ordinata e piacevole da vivere.

Nel 2009 si arriva alla chiusura della discarica di Basse di Stura, che continuerà comunque a produrre biogas per anni. Dal 2013 entra in servizio il termovalorizzatore di Torino, dove vengono conferiti i rifiuti indifferenziati raccolti in città.

Nascono le isole ecologiche, moderni sistemi interrati di raccolta rifiuti per liberare l’ambiente cittadino dai molti contenitori fuori terra.

La flotta si modernizza. Arrivano in dotazione agli operatori ecologici nuovi mezzi elettrici per l’igiene urbana.

Dal 2012 Amiat è entrata progressivamente a far parte del Gruppo Iren potendo così beneficiare di importanti sinergie su servizi, know-how e sviluppo delle competenze. Il 20% delle quote è rimasto in capo alla Città di Torino.

È un’azienda attenta ai valori della sostenibilità ambientale e dello sviluppo responsabile nel pieno rispetto del territorio e delle persone.

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